Vibo, Coordinamento Libera: “Tra sacro e profano, la ‘ndrangheta viola la pietas di un popolo”

"Giorni di fuoco questi, nella provincia di Vibo Valentia. Due paesi, Acquaro e Pizzo Calabro e le loro comunità, sono stati colpiti vilmente dalla prepotenza mafiosa.
Pochi giorni fa, infatti, ad Acquaro, sono andate in fiamme le luminarie utilizzate per la festa di San Rocco. Un danno che si aggira intorno ai quattromila euro, dicono i proprietari della ditta, i quali costernati per l'accaduto, si sono rivolti subito alle forze dell'ordine. A distanza di un solo giorno, finisce tra le fiamme la trivella della Cooper Poro utilizzata per la realizzazione della chiesa "Resurrezione di Gesù" in via nazionale a Pizzo Calabro". Lo si legge in una nota del Coordinamento di Libera Vibo Valentia.

--banner--

"Sgomento e tanta amarezza nelle parole degli amministratori della ditta, per i quali purtroppo, questo modus operandi è ben conosciuto, infatti, la suddetta impresa ha subito negli anni rilevanti atti intimidatori. C'è stanchezza nelle parole di chi, per esercitare un sacrosanto diritto, deve far i conti con incendi e minacce, violenze e danni. Due fatti questi, che non solo colpiscono direttamente i proprietari delle attività economiche, fatto già immensamente grave, ma anche la pietas di un popolo, violato nel suo sentimento religioso. Da sempre la 'ndrangheta, e non solo, purtroppo, da quanto si evince dall'attualità di questi giorni, usurpa il sacro, strumentalizzandolo per usi impropri. Mons. Oliva, vescovo di Locri Gerace, nonché membro della presidenza nazionale di Libera scrive che: "il simbolo religioso parla solo a chi lo usa con fede", di certo i mafiosi fede non ne hanno, ma utilizzano il simbolismo esasperato che diventa mero misticismo solo per legittimare il proprio potere e sentirsi legittimati dalla collettività. Poi però poco importa se si sta costruendo una chiesa
o se è la festa del Santo Patrono, o se si sta provando a dare accoglienza a chi fugge da guerre e soprusi (vedi il CARA di Crotone) per interessi, ricchezza e per ostentare il controllo del territorio, non si guarda in faccia niente e nessuno.
Ma purtroppo la sequela di atti ai danni di chi fa impresa nel nostro territorio non è finita, perché nella mattina di ieri, dinanzi alla sede della Calabria Maceri, ditta che gestisce la raccolta dei rifiuti, sempre, nel comune di Pizzo, sono state ritrovate delle cartucce e una bottiglia di liquido infiammabile. Anche in questo caso un chiaro messaggio targato 'ndrangheta. Uno scenario tetro che, dalla spensieratezza di giorni di fine estate, ci riporta alla dura realtà di un territorio soffocato da un potere criminale e violento, alla necessità di rivendicare il diritto di avere diritti, come scriveva il celebre costituzionalista Rodotà, a poter fare liberamente impresa, a creare sviluppo e progresso per un territorio che ne ha tanto bisogno e che rischia di morire abbandonato dai suoi figli migliori.
Siamo stanchi di chi, vilmente, agisce in danno del bene comune. Dunque, nell'esprimere piena solidarietà e vicinanza alle ditte colpite, auspichiamo che le forze dell'ordine riescano ad individuare i responsabili. Pur essendo certi del lavoro meticoloso e attento che verrà portato avanti, siamo convinti che questo non sarà sufficiente perché è necessario
intervenire prima che questi fatti avvengano, garantendo tranquillità e sicurezza a chi decide di investire in questa terra, dando lavoro a uomini e donne che scommettono nel restare. Siamo fermamente convinti che la nostra provincia possa vedere nuove albe solo nell'unione di tutti coloro i quali credono fermamente nella forza dirompente e rivoluzionaria della bellezza, ci auguriamo, dunque, una sempre maggiore sinergia, tra istituzioni, politica, forze dell'ordine, associazionismo e collettività per poter fronteggiare questa guerra senza trincee contro un nemico comune, la 'ndrangheta".