Coronavirus, Vecchio (Confindustria Reggio Calabria): "Grave e concreto rischio usura, imprenditori non cedano"

vecchio confindustria 600"Esiste un grave e concreto rischio legato all'usura che si è ingigantito in questo momento. L'economia reggina è in pericolo e tutti quanti noi, rappresentanti del mondo datoriale, istituzioni, forze dell'ordine e società civile, dobbiamo dare un contributo per impedire che questo fenomeno criminale possa prendere il sopravvento". E' quanto denuncia il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Domenico Vecchio, che afferma: "L'allarme lanciato nei giorni scorsi dal procuratore distrettuale antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, e confermato dalle forze investigative nel territorio della provincia di Reggio, va tenuto in prioritaria considerazione e non solo in termini teorici. Oggi, con la scarsa liquidità a disposizione degli attori economici del territorio e con un capitale circolante molto basso, è tutt'altro che remota la possibilità che un imprenditore in difficoltà possa cedere alle false lusinghe della criminalità organizzata. Tuttavia - prosegue l'ingegnere Vecchio - è di fondamentale importanza mettere in guardia gli operatori economici e i cittadini in difficoltà, rispetto a ciò a cui vanno incontro nell'accettare prestiti a condizioni che, nel volgere di pochissimo tempo, rischiano di farli precipitare nell'abisso. In tal senso, abbiamo apprezzato la presa di posizione della Chiesa reggina con l'appello antiusura lanciato dall'arcivescovo metropolita della diocesi di Reggio-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini".

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Il presidente di Confindustria Reggio Calabria prosegue: "E' il momento di mantenere i nervi saldi e di non abboccare dinanzi a quelle che potrebbero apparire comode soluzioni a problemi finanziari, destinate invece a tramutarsi in un incubo senza fine. A quanti si trovano in difficoltà - dice ancora Vecchio - dico di rivolgersi alla nostra associazione, la cui mission istituzionale è anche quella di favorire e facilitare le relazioni tra gli attori economici. Siamo certi che non esistano problemi insormontabili se si segue la strada della legalità e se, anche attraverso il sostegno delle istituzioni territoriali, ci si confronta in maniera costruttiva e concreta con il mondo creditizio".
"A questo proposito però - continua il presidente Vecchio - mi tocca ribadire ancora una volta la necessità di un approccio diverso, che va completamente rivoluzionato, da parte degli istituti di credito. Non è possibile che ancora oggi, in questo momento di emergenza planetaria e di pandemia, si continui a tener conto di criteri come il rating bancario per valutare la possibilità di erogare liquidità alle imprese. Al contempo, come già richiesto da parte nostra a nome di Confindustria, è necessario che la parte di esposizione bancaria non coperta dal Fondo di garanzia per le PMI, in base al decreto "Cura Italia", sia coperta da Regione Calabria o Città metropolitana di Reggio. Solo in questo modo potrebbe essere superata un'impasse che temiamo possa rivelarsi fatale per tantissime aziende del territorio. Oggi è interesse comune la massima circolazione possibile di moneta, non solo per stimolare l'economia, ma anche per una questione di sicurezza e legalità. Non vorremmo - conclude Domenico Vecchio - che un certo atteggiamento di chiusura fosse un implicito, certamente inconsapevole, ma comunque imperdonabile 'assist' alla criminalità organizzata che si arricchisce con il business dell'usura. Rifletta bene, e ascolti la propria coscienza, chi oggi si trova ad assolvere a delicate responsabilità in ruoli decisionali all'interno del settore bancario".