Salvini in mezzo ai leghisti calabresi a Riace. Le Sardine con Lucano nel “Borgo dell’accoglienza”

salvini riacedi Mariateresa Ripolo - Blindatissima Riace nel giorno in cui ha ospitato il leader della Lega Matteo Salvini. «Matteo, benvenuto a Riace». Sul palco, a sovrastare la piazza, l'enorme striscione voluto dall'amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio Trifoli, fa sembrare così lontani quelli che fino a ieri hanno occupato altre piazze calabresi: «Dai Salvini non nasce niente, dal letame nascono i fior», oppure «Salvini, gennaio in Calabria è il mese del porco». Questi solo alcuni di quelli che hanno animato la protesta delle Sardine a Lamezia. A Riace, invece, nessuna contestazione nei pochi minuti di comizio sul palco in piazza Bronzi. Le Sardine si sono tenute a debita distanza decidendo di manifestare al fianco di Mimmo Lucano a Riace Borgo: "È il borgo il luogo dell'accoglienza. È nel borgo che è nata "Città Futura". La Riace famosa in tutto il mondo è la Riace del borgo!", ha commentato Jasmine Cristallo, coordinatrice delle Sardine Calabresi.

"Mi domando chi ha governato questa terra per tanti anni dove abbia passato il suo tempo", ha detto Salvini dopo aver commentato le condizioni delle strade percorse per arrivare fino a Riace. Il leader della Lega si è detto ottimista in vista delle regionali del 26 gennaio: "Promettiamo cinque anni di lavoro per i calabresi". Poco prima aveva raggiunto Catanzaro per incontrare il procuratore Nicola Gratteri: "Per ribadire il nostro totale sostegno e la guerra contro la 'ndrangheta paese per paese, villaggio per villaggio, con le buone o con le cattive, perché la guerra si combatte anche con le cattive, non solo con le buone maniere", ha detto. "Se qualcuno fa scappare i giovani calabresi dalla Calabria, poi dice che il futuro della Calabria sono gli immigrati", ha dichiarato, con un chiaro riferimento al sistema di integrazione sperimentato da Lucano, oggi famoso in tutto il mondo come "Modello Riace". Il tema dell'immigrazione è stato predominante nel breve discorso concesso ai riacesi, un discorso in cui ha riecheggiato più volte l'eco dello slogan «Prima gli italiani». Renzi, Zingaretti, Conte e Di Maio sono stati i suoi bersagli preferiti: "Vorrei vederli qui a parlare", ha commentato.

--banner--

"Vorrei che Matteo Salvini tornasse qui da presidente del Consiglio", ha detto Trifoli, l'attuale sindaco di Riace e acerrimo rivale di Mimmo Lucano. "Non cancellare Salvini, cancellare la 'ndrangheta", ha concluso commentando la prima pagina di Repubblica di pochi giorni fa.
Pochi minuti di comizio, ma tanti i selfie che il leader del Carroccio ha concesso ai suoi sostenitori calabresi, "orgogliosi" leghisti calabresi muniti di bandierine svolazzanti con il simbolo aggiornato della Lega (ormai non più "Lega Nord").
Quello che prima poteva sembrare un paradosso, oggi è una realtà.