Il pentito Virgiglio: “Ecco come funziona la massoneria coperta”

massoneriabis 500di Claudio Cordova - Una struttura massonica occulta in cui sarebbero stati inseriti alcuni nomi molto noti nel panorama reggino, calabrese, ma non solo. Questo l'argomento della deposizione del collaboratore di giustizia, Cosimo Virgiglio, interrogato dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo nell'ambito del processo "Gotha", che vede alla sbarra proprio la masso-'ndrangheta reggina. Virgiglio è collaboratore ormai da una dozzina d'anni, dopo l'arresto avvenuto nell'ambito dell'inchiesta "Maestro", che svelò gli affari della cosca Molè nel porto di Gioia Tauro, dove Virgiglio era attivo come imprenditore.

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Tra i nomi fatti in aula al cospetto del Tribunale presieduto da Silvia Capone, quello dell'avvocato ed ex parlamentare, Paolo Romeo, imputato nel procedimento essendo ritenuto il capo della componente occulta della 'ndrangheta. Ma non solo: dal dermatologo Carlo Colella (per anni presidente del Circolo Velico reggino) al cardiologo e medico degli istituti penitenziari, Franco Labate, fino all'ex presidente della Camera di Commercio e oggi consigliere comunale, Lucio Dattola, fino all'ex parlamentare di Forza Italia, Amedeo Matacena, oggi latitante a Dubai.

Oltre a essere stato un imprenditore attivo nel porto di Gioia Tauro e vicino al clan Molè, Virgiglio è stato maestro venerabile della massoneria a partire dal 2000, nonché collaboratore del SISDE. Nel corso della sua vita, dunque, ha avuto modo di muoversi in ambiti riservati e occulti. Da maestro venerabile, avrebbe appreso dell'esistenza, almeno dal 1987, di una loggia coperta a Reggio Calabria, "La Fenice": in quella struttura deviata avrebbero trovato posto Paolo Romeo e gli altri, ma non solo. Un ruolo di primo piano, il collaboratore lo attribuisce al noto imprenditore Carlo Montesano, attivo nel settore alberghiero. Montesano sarebbe stato un punto di riferimento per le famiglie De Stefano, di Reggio Calabria, e Piromalli, di Gioia Tauro, i due casati della 'ndrangheta che più di tutti hanno saputo interpretare il legame tra criminalità organizzata e fratellanza massonica: "Carlo Montesano aveva in mano la struttura, dopo di lui si avvicendarono il medico Franco Labate e l'avvocato Paolo Romeo". Luogo d'incontro sarebbe stato spesso proprio il Circolo Velico retto da Colella.

Secondo quanto riferito dal collaboratore, almeno fino al 2005, data della morte di Peppino Piromalli, "la loggia La Fenice aveva rapporti stabili con i Piromalli e i De Stefano". All'interno della struttura occulta, ciascuno avrebbe dovuto portare un contributo. Altrettanto occulto, evidentemente: "Montesano era il raccordo tra i De Stefano e il mondo politico, come avvenne per l'apertura del terminal nel porto di Gioia Tauro, nel 1994. Paolo Romeo riusciva invece ad aggiustare i processi in Appello". Ogni territorio avrebbe avuto il suo referente: Colella a Reggio Calabria, Chiaravalloti a Catanzaro, i Torchia a Cosenza, Francica a Vibo, e il senatore Speziali a Crotone: "A livello politico, Gianni Letta era espressione del 'Sistema Ugolini' in Calabria, Dell'Utri in Sicilia". Virgiglio parla del "Sistema Ugolini", dal nome di Giacomo Maria Ugolini, ambasciatore di San Marino in Vaticano: "Un sistema in cui la partitocrazia corrotta entra in contatto con mafia e 'ndrangheta". Il collaboratore rovescia la credenza che si ha sulle dinamiche che regolano tali rapporti: "Non era la criminalità organizzata a cercare massoneria e politica, ma l'opposto: si avevano così i consensi elettorali e in cambio si metteva al sicuro il patrimonio criminale". Altrettanto interessante il passaggio che tira in ballo le definizioni di massoneria e massoneria deviata: "Non esiste una gran loggia che non abbia una loggia coperta, se vuole avere potere". In un certo senso, quindi, le logge coperte sarebbero, di fatto, autorizzate e legittimate dalla massoneria ufficiale: "Il sistema Ugolini era simile a quello della P2 di Licio Gelli: il potere della P2 è passato al sistema Ugolini e non interessava destra o sinistra, ciò che interessava era il potere economico e il fulcro di tutto erano San Marino e il Vaticano, per sfuggire alla giurisdizione della magistratura italiana".