Mala depurazione a Reggio Calabria: indagati Arena, i commissari e Falcomatà

falcomatagiuseppe4gendi Claudio Cordova - Gli anni presi in esame dalla Procura di Reggio Calabria e dalla Capitaneria di Porto sono quelli a partire dal 2010/2011 fino ad oggi. Ragion per cui, come affermato dal procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, e dall'aggiunto Gerardo Dominijanni, gli amministratori che si sono succeduti in questo arco temporale, sono stati denunciati per ulteriori approfondimenti.

In quel periodo, i primi cittadini della città dello Stretto sono stati Demetrio Arena (del centrodestra) e Giuseppe Falcomatà (del centrosinistra e attualmente in carica). In mezzo i diversi commissari prefettizi nominati in seguito allo scioglimento del consiglio comunale per contiguità con la 'ndrangheta.

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Il dato emerge dall'inchiesta che ha portato al sequestro preventivo di 14 impianti di depurazione di acque reflue comunali ubicati nella provincia di Reggio Calabria. I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di inadempimento di contratti di pubbliche forniture, omissioni d'atti d'ufficio, disastro ambientale, getto pericoloso di cose, attività di gestione non autorizzata di rifiuti con smaltimento illecito degli stessi.

Nel dettaglio, sono stati apposti i sigilli ai seguenti impianti:

Reggio Calabria: Gallico, Pellaro, Paterriti, Armo, Oliveto e impianto consortile di Concessa

Villa San Giovanni: impianto di località Femia

Comune di Scilla: impianti di Favazzina e Oliveto

Comune di Bagnara Calabra: impianto di Cacilì

Comune di Motta San Giovanni: impianti di Oliveto e Castelli

Comune di Marina di San Lorenzo: impianto consortile di Agrifa

Comune di Cardeto: impianto di Calvario