[FOTO E VIDEO] Viaggio all'interno della massoneria di Reggio Calabria

massoneriareggiodi Claudio Cordova - Sorrisi, i "classici" tre baci per salutare, slalom tra candelabri, libri e compassi. La massoneria apre le proprie porte. La casa del Grande Oriente d'Italia, a Reggio Calabria, aperta a tutti, per la "Giornata della fierezza massonica": una scelta, quella del Gran Maestro Stefano Bisi, che va in contrasto con la notoria segretezza dell'associazione ("istituzione", dicono loro) che tanto ha contribuito a circondare la massoneria di mistero, ma anche di sospetto. Da sempre, lo spettro della massoneria è agitato in maniera complottista dietro ogni scandalo e, in generale, per provare a spiegare ciò che sembra inspiegabile. E anche il presunto "abbraccio" con il mondo delle mafie è una questione annosa e, per molti versi, irrisolta.

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In via Palamolla, invece, il clima è sereno: tanti "fratelli", ma anche curiosi, con uomini, donne e bambini che gironzolano per i due templi, uno – più piccolo – posto al piano terra, l'altro – più spazioso – al piano superiore. Una sede ben attrezzata, dislocata su più piani: "Qui siamo in affitto" dice un fratello. Dopo le formule – uguali per l'inizio delle celebrazioni e per la fine – e dopo la riflessione, i massoni devono infatti lasciare un obolo, che serve per il sostentamento dell'obbedienza.

Le porte – quelle materiali – sono spalancate. Ci si trova all'interno dell'Oriente di Reggio Calabria. Oriente, dove sorge il sole. Un po' presuntuoso, forse, ma tant'è.

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A raccontarci regole e dinamiche è Arturo Occhiuto, medico, da decenni nella Muratoria. Muratoria? Perché? "Perché siamo costruttori di sogni" dice. Il dottor Occhiuto è davvero fiero di appartenere alla massoneria. Ma la sua sembra una fierezza lontana da ogni fanatismo. Risponde a ogni domanda. Anche a quelle un po' giustizialiste: "Beh, del resto lei fa il giornalista" dice sorridendo. Ci si muove lungo il tempio, che, in quel momento è come una chiesa sconsacrata: bibbia e compassi sono chiusi, anche i non appartenenti possono quindi curiosare. Il racconto viene interrotto più volte. In tanti si avvicinano a salutare. Sembra lui l'istituzione. Però, alla fine, alcune informazioni arrivano: i fratelli si riuniscono almeno due volte al mese nel tempio, con le "divise" d'ordinanza. Lì vengono recitate alcune formule e poi si passa al confronto, che verte su argomenti spirituali, ma anche più prettamente operativi: "Per fare i lavori, invochiamo forza, bellezza e sapienza". La massoneria come un entità nata e sviluppata per l'elevazione spirituale dell'essere umano, che discute di filosofia e fa del bene. Sembra un po' uno scenario da famiglia del Mulino Bianco: "Mia moglie è tranquilla quando sto in loggia" dice sorridendo. Il dottor Occhiuto non crede che la massoneria possa essere un centro di potere: "La massoneria no, i singoli sono un'altra cosa". Ecco che il sorriso del dottor Occhiuto si richiude e si passa agli argomenti più controversi: "Nella massoneria si entra presentando casellario giudiziale e certificato di carichi pendenti, nel momento in cui ci si accorge che c'è una mela marcia, si toglie". Occhiuto dà un'immagine della massoneria quasi "giustizialista", dato che, secondo quanto sostenuto, un "fratello" con un procedimento penale aperto verrebbe sospeso anche in assenza di una condanna e mantenuto ai margini fino alla chiusura dell'iter giudiziario. Tutto bene, dunque? Neanche per sogno: "Se siamo in 100, più o meno riusciamo a controllarci bene, ma se i numeri crescono...". E, nel tempo, l'accesso alla massoneria si sarebbe facilitato notevolmente, abbassando, inevitabilmente, il livello. A Reggio Calabria vi sarebbero quasi 500 appartenenti alle logge confederate con il Grande Oriente d'Italia. La domanda sorge spontanea: "Vi controllate bene?". La replica di Occhiuto: "Ci controlliamo male!".

Il tenore delle argomentazioni cambia radicalmente se ci si sposta al piano superiore, nel tempio più grande. Decine di persone ascoltano in silenzio i Gran Maestri Ugo Bellantoni e Tonino Perfetti. I due interventi sono appassionati e non risparmiano critiche (quasi insulti) al presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, e all'ex procuratore di Palmi, Agostino Cordova: "La P2 ha fatto un danno alla massoneria, non allo Stato" esordisce Bellantoni, ricordando lo scandalo della loggia del Maestro Venerabile, Licio Gelli, al centro di alcune delle storie più oscure d'Italia. La difesa dell'obbedienza massonica è totale, contro i sospetti comuni: "Il libero pensiero non è gradito. I massoni rispettano la legge, nulla è nascosto, ma solo riservato e non vi è alcuna connivenza con l'opera delinquenziale".

Tra gli astanti si commenta, ci si confronta. Qualche passaggio viene riservato anche al Movimento 5 Stelle, che ha espressamente preso posizione contro l'obbedienza massonica, tanto da impedire ai propri candidati di essere iscritti alla massoneria (su tutti, da menzionare il caso Azzerboni).

Chi è davvero scatenato è Tonino Perfetti. Obiettivo principale, Rosy Bindi, che da presidente dell'Antimafia ha instaurato un braccio di ferro per ottenere gli elenchi degli iscritti, infine sequestrati dopo il diniego del Gran Maestro Bisi. La Giornata della Fierezza Massonica è stata proclamata proprio l'1 marzo in occasione dell'anniversario del sequestro, che grandi polemiche ha suscitato: "Mi domando, se la Calabria – come sostiene Rosy Bindi – è una regione ad alta densità mafiosa e massonica, perché lei si è candidata ed è stata eletta proprio qui?". Per i fratelli riuniti, dunque, si celebra il flop della Commissione Antimafia, dato che, a distanza di un anno, quel maxisequestro, non avrebbe prodotto granché sotto il profilo giudiziario. Ma non mancano le bordate anche all'ex procuratore di Palmi, Agostino Cordova, che negli anni '90 tentò di aprire uno squarcio di luce sul mondo massonico. La sua inchiesta – poi trasferita a Roma – finirà diversi anni dopo con un'archiviazione: "E con la spesa di miliardi pubblici" urla Perfetti.

Come i pugili che, dopo la rabbia sul ring, si mostrano sorridenti e accomodanti a fine match, anche la chiusura della serata ritorna serena. E tutto finisce come era iniziato: con i tre baci e, probabilmente, l'appuntamento alla prossima riunione, quando il tempio sarà aperto e le porte saranno chiuse e si ritornerà alla segretezza – pardòn, riservatezza – di sempre.

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