Catanzaro, femminicidio: Valente incontra i Centri antiviolenza

Lo stato di attuazione della legge sul femminicidio e le misure per sostenere al meglio l'azione dei Centri antiviolenza in Calabria, alle prese con varie problematiche, a partire dall'esiguita' delle risorse a disposizione. Su questi due temi oggi il presidente della Commissione parlamentare contro il femminicidio, Valeria Valente, si e' confrontata questa mattina, a Catanzaro, con il "Cadic", il coordinamento dei Centri antiviolenza della Calabria. "Purtroppo ha esordito Valente - quello che registriamo in Calabria e' un fenomeno nazionale, comunque anche qui bisogna accendere un faro su come funziona l'attuazione della legge 119/2013 che prevede la possibilita' di destinare risorse e fondi ai centri antiviolenza e alle case rifugio, direttamente o attraverso gli enti locali. Massima attenzione dunque alla Calabria, che vive parecchie criticita'". Secondo Valente "questa legge si sta dimostrando troppo farraginosa e complicata, per questo chiederemo al Parlamento di guardare a questa legge perche' e' necessario lavorare per accorciare i tempi, semplificare le procedure e soprattutto aumentare le risorse: in questo senso il grido d'allarme che arriva dai centri antiviolenza e dalle case rifugio trovano sicuramente nella commissione che presiedo un'alleata convinta e determinata a portare avanti una battaglia per cambiare la situazione.

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Con riferimento alla situazione in Calabria, Valente ha evidenziato che "in regioni dove si intrecciano dati di carattere economico e culturale si sente ancora di piu' la difficolta', per questo sono stoiche e vanno apprezzate le donne e chi gestisce questi centri. Oggi - ha aggiunto il presidente della Commissione parlamentare contro il femminicidio - ho appreso di risorse assolutamente insignificanti, mi hanno detto che un centro antiviolenza ha 17.500 euro all'anno, una cifra del genere - sembra una battuta - serve solo a tenere aperta una sede. Chi si occupa di queste cose certo non lo fa per i soldi ma per passione e per mettere al servizio delle persone piu' deboli una grande professionalita', ma e' evidente che non si puo' andare avanti cosi'". Valente si e' poi soffermata sulla proposta di legge, di cui e' depositaria, contro la violenza di genere nei luoghi di lavoro. "Per combattere la violenza - ha sostenuto il presidente della Commissione parlamentare contro il femminicidio - e' necessario in primo luogo un cambio di cultura. Poi bisogna lavorare su un percorso di autonomia e autoaffermazione della donna, perche' questo significa combattere la violenza. Noi abbiamo presentato questo Ddl che istituisce una nuova fattispecie di reato che in altri Paesi europei c'e' ma da noi no, e prevede aggravanti quando questa violenza si verifica sul luogo di lavoro ma anche in un rapporto di lavoro o in un qualunque rapporto in cui la donna e' in una condizione di subordinazione o soggezione. E' un testo a firma di quasi tutte le forze di maggioranza, e ci auguriamo che sia calendarizzato quanto prima". In vista delle elezioni regionali di domenica in Calabria, Valente ha poi lanciato un appello "affinche' chiunque sia eletto riconosca la violenza in modo piu' incisivo di quanto finora fatto che e' e si impegni con determinazione in questa direzione". All'incontro tra il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio e il coordinamento regionale dei Centri antiviolenza ha partecipato anche Tonia Stumpo, consigliera regionale di parita', per la quale "c'e' una difficolta' oggettiva delle donne a vivere qui e questo deriva anche dal fatto che in Calabria non ci sono sufficienti rappresentanti istituzionali all'interno del Consiglio regionale perche' la Calabria si ostina a non voler approvare la legge sulla doppia preferenza di genere, insieme a tante altre cose". (Agi)