Catanzaro, Serrao (I Quartieri): "Crisi al Comune responsabilità Forza Italia"

"La crisi che investe, oggi, il comune di Catanzaro, la presa di coscienza di Forza Italia, certifica che gran parte della responsabilità appartiene proprio a loro!
Il fallimento che paventano, come un pericolo per il centro-destra a Catanzaro è ormai un dato quasi incontestabile perché, forse (?), logorato dall'uso.
Quell'uso, discutibile, dove Forza Italia a Catanzaro ha definito il perimetro "esclusivo ed escludente" rispetto ai tanti, colpevoli di avere un pensiero autonomo, una valida dignità personale e, di non piegarsi per il classico "tozzo di pane".
Questo è il centro-destra catanzarese, quello che a noi non piace!". Lo afferma Alfredo Serrao, presidente associazione I Quartieri.

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"Si è costruito intorno ad un leaderismo esasperato - per carità giusto entro certi limiti - una non classe dirigente perché prona e serva politicamente, chiusa in un recinto dove si antepongono gli interessi personali al bene comune, a quello che è il bene della città e del territorio.
Un recinto, che può essere, sempre, cerchio, giglio, quadrato a secondo delle convenienze elettorali e politiche, dove il metodo è quello del fenomeno migratorio, in chiave politica, dove tutto diventa lobbie e dove, oggi come ieri, c'è un fregatura, su una presunta capacità di previsione che si è palesata, negli ultimi tempi, come errata!
Questa fregatura la paga prima di tutti la città di Catanzaro, prima ancora del riferimento politico, dove gli innesti di "nuovi" soggetti che si presumevano elettoralmente importanti, oggi segnano il passo e, si rivelano per quello che sono: un ambiguo flop sia elettorale, che di interesse politico.
Non siamo noi a dirlo, sarebbe troppo semplice e forse anche scontato.
Lo afferma il consigliere Giuseppe Pisano, non più capogruppo comunale di Officine del Sud. Quello che "folgorato sulla Via Cilea", per l'unica volta ha detto una verità, conosciuta da tutti e sussurrata nelle segrete stanze, come una realtà da dimenticare e da non commentare.
Non saremo noi, né chi scrive, né l'amico Giampaolo Mungo a riconoscerci meriti postumi, visto che qualcuno - ben identificabile - ci avrebbe voluto tumulare senza neanche degno funerale. I meriti quelli politici restano. Ci sono e sono incontestabili, visto che alle scorse elezioni comunali la lista di Officine del Sud fu costruita per circa 26/32duesimi proprio da noi, da quelli che siamo stati definiti pleonastici. In tutto questo ci piacerebbe, come curiosità, capire cosa intende Pisano quando afferma: "Nel tempo li perdemmo – Serrao e Mungo – per motivi che non sto qui ad elencare e paghiamo tuttora un peso a lei noto" – affermazione rivolta al consigliere Parente.
Questa resta per noi una pura curiosità. La nostra (non) curiosità di non volere ritrovare - mai più - quanti sono e restano traditori politici, oltre che umani.
Lo stesso non interesse che ci induce per il futuro a incrociare nuovamente quanti hanno usato e tentato di monopolizzare altri soggetti politici, come ebbe a fare Officine del Sud nel recente passato. Per poi chiudere un esperienza, anche questa fallimentare, con la battuta del consigliere Claudio Parente, a cui era stato chiesto un impegno a sostegno del partito, che aveva fagocitato, nelle scorse elezioni parlamentari, quando ebbe a dire che: "non voleva essere il migliore perdente". Forse in quella circostanza ebbe a dire una verità, quella che oggi tutti, incluso Forza Italia, dovrebbe tenere presente. La realtà dei fatti è questa!
I fatti che certificano – oggi – l'inconsistenza politica di Officine del Sud a Catanzaro e anche fuori dalle mura civiche. Un bluff che dovrebbe consigliare anche al prossimo candidato presidente alla regione Calabria di valutare l'inutilità di questo brand politico, quello di Officine del Sud, che non ha niente di politico e molto poco di programmatico.
Noi siamo ancora qui per certificare che è errata l'equazione che chi denuncia, non solo politicamente, non possa più campare!
Il risultato è quello di aver ghettizzato una città intera. Gli attori politici di Forza Italia scoprono oggi che la sensibilità dei catanzaresi è contro loro, come se fino ad oggi le deleghe più importanti a Palazzo de Nobili le avessimo gestito noi e, come se, tanto per fare un nome, l'assessore Cavallaro non sia l'esempio - più pleonastico (?) - dell'inconsistenza amministrativa, tanto da averci consegnato una città dalle connotazioni della giungla amazzonica!
D'altronde Cavallaro è anche lui facente parte del perimetro, marcatamente esclusivo in negativo, di Forza Italia & Company, al pari degli altri che siedono sotto gli stessi colori azzurri nella giunta dell'Abramo quater.
Se riflessione ci deve essere, allora deve essere a tutto campo, senza spacciare titoli di privilegio o grandi risultati elettoralmente raggiunti. Perché le elezioni politiche e quelle più recenti europee ci danno un quadro francamente poco brillante. La stessa disordinata premessa che non si può eleggere a merito rispetto alle elezioni provinciali, che ricordiamo di secondo livello, dove si vota fra addetti ai lavori con gettone alle strutture speciali della Regione Calabria (sic!), tanto che, se fossero stati i cittadini ad esprimere un gradimento, forse, diciamo forse, ci sarebbe stato poco da pontificare.
Per fare responsabilmente il punto della situazione politica in città, bisogna partire da alcuni aspetti, non prorogabili e nemmeno da sottostimare.
Che per la cattiva gestione politica ed amministrativa sta rinascendo a Catanzaro un forte sentimento di impegno civico dei cittadini e questo resta un valore positivo, perché scardina l'immobilismo e richiama al senso di responsabilità la componente politica.
Altro aspetto è la consapevolezza e francamente non ci volevano due anni per capirlo, che la città è nel disordine non solo amministrativo, ma anche di indirizzo e nelle piccole cose: gestione della differenziata discutibile, una sporcizia immane, il verde pubblico alle corde, opere pubbliche mai manutentate ed in forte ritardo, un deserto nel settore dello sport, inesistenti trasporti pubblici, la morte del centro storico (accappottato), discutibilità sul concetto di trasparenza degli atti e del coinvolgimento della cittadinanza.
In tutto questo, che basta, c'è il sindaco Abramo che oggi, non può e non deve piegare la città ai suoi obiettivi futuri; che deve prendere coscienza che il fallimento nasce dall'inconsistenza oggettiva della sua giunta; che ha abdicato al suo ruolo fino a qualche tempo fa riconoscibile; che nel tempo ha avallato il suo isolamento lasciando la spina in mani altrui; che la città che ieri lo ha premiato, oggi lo critica in modo palese.
Se Abramo riuscirà a (ri)partire da tutto ciò, capirà che la responsabilità è prima la sua.
Che l'opzione delle elezioni regionali che saranno salvifiche per Catanzaro, se restano nelle mani dei soliti noti, è e resta una barzelletta. Capirà il sindaco che in questo quadro di miseria assoluta, ad una sua candidatura, Catanzaro risponderebbe con una sonora sberla elettorale!
La stessa che meritano quanti, altra barzelletta, prima governano e poi criticano il loro stesso operato pubblicamente, in una mutazione inversa della specie passata dall'Homo Sapiens all'Homo Ridens...
Questa è la riflessione più seria e più giusta, secondo noi forse (im)modestamente, la stessa che dovrebbe indurre tutti a giocare a carte scoperte, senza presunte fughe in avanti nella città di Cosenza per incontrare, probabilmente il vicesegretario del Pd, forse per proporre un cambio di maglietta ed una candidatura alla presidenza della regione, secondo i rumors cittadini. Non si riarticola una guerra, quella dei Roses in salsa di morzello dove, qualcuno resterà con il cerino in mano, qualcun altro dirà di aver staccato la spina, qualche altro ancora dimostrerà il suo nanismo politico, ma soprattutto tutti gli altri, i cittadini, non consentiranno più a nessuno di giocare sul loro futuro e su quello di Catanzaro per una fame, di chi si nasconde dietro le quinte, mai sopita ed oggi diventata, immorale politicamente e soltanto pericolosa.
Rifletta il sindaco seriamente se marcare il passo, liberandoci a tutti da questa invasione politica di locuste con la dentiera consumata".