Commissariamento sanità, Riccio: “Calabria non merita Stato di Polizia, ma serve assunzione di responsabilità”

"Autorevolissimi uomini dello Stato, generali, prefetti, oggi sono "costretti" a supplire ruoli che dovrebbero essere puramente amministrativi. Costretti dall'incapacità di creare una classe dirigente credibile ogni oltre ragionevole dubbio. E se da un lato non possiamo fare altro che apprezzare le capacità umane e professionali di questi uomini, convinti che anche in questi ruoli sapranno svolgere al meglio il proprio essere servitori dello Stato, dall'altro dobbiamo certificare la sconfitta della società civile. E questo fa male. Fa male perché crediamo che un generale dovrebbe essere valorizzato come guida per la difesa del Paese, un prefetto, ancorché in quiescenza, potrebbe dare il suo contributo di esperienza migliorando le politiche sulla sicurezza. E invece ce li ritroviamo a gestire settori in cui oggi più di ieri ci sarebbe bisogno di manager. Posti chiave in cui sarebbero necessari non dei politici che si improvvisano amministratori, ma manager veri, ovvero classe dirigente capace di essere impermeabile alle lusinghe della politica. Credo fortemente nello Stato di diritto, nella separazione necessaria dei ruoli e delle funzioni dell'apparto istituzionale, nell'indipendenza degli organi così come prevede la Costituzione, ed è per questo che non posso rassegnarmi a uno Stato di Polizia come unica via che garantisca la legalità. Chi oggi dice che la Calabria merita la militarizzazione della sanità, o comunque chi si meraviglia di ciò che accade, racconta una realtà vera, ma altrettanto dolorosa. Una realtà, si badi bene, che non si è autoprodotta, ma è il risultato di azioni individuali e collettive che hanno creato delle deviazioni da quella che doveva essere la strada maestra. Politica e sanità, politica e gestione delle partecipate, politica e burocrazia sono andate sempre a braccetto rendendo invisibile il confine, necessario, tra l'indirizzo che la politica deve dare e l'operatività entro le norme che la burocrazia deve garantire".

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"Non credo che la Calabria meriti uno Stato di Polizia, credo però che senza assunzione di responsabilità sia difficile ristabilire uno Stato di diritto. Per restare nel solco dell'attualità, le critiche che arrivano alla nomina di un generale alla guida della sanità non sono precedute dall'autocritica sui metodi fin qui adottati per la nomina di direttori generali, primari, gestione delle procedure di concorsi pubblici, commistione tra medici e operatori della sanità e funzioni politiche, e quindi è per questo motivo che ogni riflessione rischia di essere demagogica e strumentale. Lo Stato di diritto doveva essere lo Stato naturale in cui vivere, se oggi non è così, allora dobbiamo riconquistarlo diventando, ognuno per propria parte, credibile". Lo dichiara in una nota il consigliere comunale Eugenio Riccio.