AN-DA-TE-VE-NE

maurizipraticodi Paolo Ficara - La misura è colma. Non tanto il punteggio, quanto la prestazione scaturita da Catania-Reggina, rappresenta l'istantanea di una compagine ormai scivolata verso l'oblio calcistico, nella speranza (che non va confusa con la convinzione) di veder retrocedere in Serie D chi sta peggio di noi. Più passano le settimane, più i calciatori sembrano leve militari prossime al congedo, con la testa proiettata a tutt'altro rispetto ad una salvezza da conquistare.

Maurizi è un valido meccanico, però non è in grado di fare il pilota. La vettura, a furia di sbandare e sbattere qua e là, sta per fracassarsi del tutto. Va messa immediatamente nelle mani di chi ne conosce il livello di prestazioni, per concludere la corsa anche a velocità ridotta. Di Michele o Tedesco sarebbero disposti ad allenare gratis, mentre l'attuale staff tecnico, allenatore escluso, gode della stima del gruppo.

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Sempre più cervellotiche le scelte di formazione, al di là di un atteggiamento tattico rinunciatario. Sembra quasi che il tecnico, rimescolando in continuazione le carte, specie a centrocampo, voglia verificare chi gioca per lui e chi no. La risposta è semplice: non è cambiato nulla rispetto alla richiesta dicembrina, formulata dall'intero gruppo, di cambiare guida tecnica. Il campo dice che gli acquisti di gennaio hanno prodotto due reti, entrambe scaturite dal piede di Armeno (Hadziosmanovic a Cosenza, Bianchimano contro il Monopoli, per un totale di un punto), e pochissimo altro (in positivo).

Giocatori come Bezziccheri e Condemi, tra i pochi ad avere qualità a centrocampo dopo gli addii di De Francesco, Porcino e Di Livio, vengono tenuti in considerazione poco o nulla. Il laziale non vede il campo dal 2017, il reggino di Gioia Tauro ha sfoderato due assist in altrettanti scampoli di partita, giovedì mancherà per squalifica. Le scelte improntate all'anticalcio hanno fatto scivolare la Reggina verso i bassifondi della classifica, tallonata da squadre che senza le rispettive penalizzazioni l'avrebbero già sopravanzata.

Una scossa è obbligatoria. Impensabile affrontare il rush finale di campionato senza nemmeno mettere una sedia vuota al posto di Maurizi. L'input dovrebbe partire dal direttore sportivo, se nella Reggina è ancora prevista questa figura. A Basile non è stato rinnovato il contratto, dopo le promesse verbali di qualche mese fa. Forse sente puzza di bruciato. Guardarsi altrove ci sta. Dimenticare di svolgere il proprio dovere, no. Ancora non è stato offerto il rinnovo a Marino. Se Basile ha compreso di non riscuotere più del gradimento di Maurizi, nessuno gli impedisce a questo punto di chiederne la testa.

Se l'attuale società non prende provvedimenti nemmeno stavolta verso un allenatore cha da mesi non ha il controllo della situazione, significa che si fa prima ad esonerare i dirigenti. I più inadeguati di sempre, non solo a livello calcistico. Il post-gara di Reggina-Monopoli, o il non aver dedicato nemmeno un rigo di comunicato alla scomparsa di Mario Biason (salvo poi, giustamente, assumere iniziative per il lutto di Astori), fanno intendere che anche il lato umano è di profilo molto più basso, rispetto a quel che si intende mostrare con targhe e bottigliette d'acqua.

Dovranno andarsene in ogni caso, non avendo moneta per riscattare nome, marchio e Sant'Agata. Anzi, i fatti dicono che fin qui non si sono potuti permettere nemmeno l'affitto. Se in settimana non risolveranno tutto con il Tribunale significherà che, per tutta questa stagione, abbiamo assistito ad una Reggina "abusiva". Ribadiamo, se non c'è la lucidità necessaria per esonerare l'allenatore, tanto vale concludere l'agonia con qualche settimana d'anticipo e deporre la corona presso Palazzo San Giorgio. Dopo aver stilato l'elenco definitivo dei debiti esistenti.

Se non si è capaci di mantenere la categoria, il rispetto della piazza impone un passo indietro. Ah già, dimenticavamo che non tutti conoscono il significato della parola rispetto...