Reggina: quando il re capisce di essere nudo...

renudodi Paolo Ficara - Venite a Betlemme. Reggina-Monopoli è stata annunciata come partita della vita, con tanto di prezzi stracciati, dipingendo come decisiva una gara che decisiva non è. Sia chiaro, chi si occupa di Reggina a livello giornalistico è il primo a desiderare un maggiore afflusso allo stadio. È pur sempre un segnale di interesse. Ma se si crede che sia il biglietto a 1 euro, o qualche stretta di mano in più durante la settimana, ad avvicinare il tifoso, probabilmente si soffre di distacco dalla realtà.

La realtà dice che la squadra ha tirato in porta solo contro il Trapani, nelle ultime 6 partite. E che qualche abbonato ha preferito rimanere a casa. Ciò che invece la realtà non dice apertamente, ma fa percepire, è quella voglia di una scintilla: unica maniera per far rifiorire interesse e passione. In questo periodo, più che una vittoria sul Monopoli (per quanto obbligatoria, dopo un periodo alquanto opaco), alla gente interessano gli sviluppi societari.

La metafora del re nudo, in questo caso è riduttiva. Qui l'autoproclamato sovrano si rende perfettamente conto di essere nudo, al di là di eventuali sberleffi ancora non giunti a voce alta dalla folla. Solo che le mani, anziché usarle per coprirsi i genitali, le porta alla corona per evitare che qualcuno gliela sfili dal capo.

La messa in mora da parte della curatela fallimentare della Reggina Calcio, deve far scaturire gesti più umili. Deve riportare i piedi sulla terra. Le istituzioni hanno cominciato a muoversi, dopo aver atteso invano una disponibilità o a mettersi in regola, oppure a farsi da parte. L'eredità della Reggina Calcio ha un costo, che piaccia o no. Inutile comprarsi la Lamborghini e poi lamentarsi del caro benzina. O delle cambiali sottoscritte dal concessionario.

Altrimenti, la Lamborghini potremmo permettercela in tanti.

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Né tantomeno si può prendere una carcassa, metterle un motore a malapena funzionante, e spacciarla per fuoriserie quando qualcuno chiede il prezzo. In vista della prossima stagione, l'attuale Reggina detiene solo i contratti (corti, fino al 2019) di due validi giovani come Condemi e Marino, di due attaccanti non esplosi per motivi diversi (Sciamanna e Sparacello), e di un 34enne non valorizzabile come Mezavilla. Tutti gli altri sono in scadenza, o andranno via per fine prestito.

In buona sostanza, non c'è granché in termini di patrimonio tecnico. Non c'è neanche il nome, è in affitto fino al 30 giugno pure quello. Chiunque sarà a capo della Reggina, in vista della prossima stagione, sa che bisognerà mettere mano al prato del "Granillo" nonché sistemare i campi del Sant'Agata, specie quelli in sintetico che andrebbero sostituiti per usura. Ciò che ancora non è dato sapere, è se esistono altre pendenze oltre quella col Tribunale.

Senza dimenticare l'ultima grossa tranche di stipendi, che andrà versata entro la penultima settimana di giugno. Le mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno, più le tasse, andranno corrisposte per tutti i tesserati. Pena la mancata iscrizione, ne sappiamo qualcosa. Per le società di C con pari dimensione e costi di gestione della Reggina, questa cifra si aggira di solito sulle 300.000 euro.

Senza voler dare adito alla solita sagra starnazzante in merito all'interesse dall'estero verso la Reggina, ci limitiamo a sottolineare come non sia più il caso di sottovalutare ogni ipotesi. I potenziali investitori vanno attirati, non di certo dipinti come ectoplasmi. E fin qua c'è chi è stato allontanato, o comunque non avvicinato, o tramite dichiarazioni fuori luogo o tramite mancanza di chiarezza circa il valore dell'attuale Reggina.

Chiedere cifre assurde, equivarrebbe a tenere in ostaggio la Reggina. La maniera per rifarsi dalle spese sostenute, sarebbe stata quella di ricavare un milione e mezzo dalle cessioni di Bianchimano, De Francesco e Porcino. La perdita di potere contrattuale, a prescindere da chi abbia la responsabilità di tale situazione, ha fatto sì che venissero ricavati gli spiccioli. Se tutti quelli che non vincono al Superenalotto, potessero farsi rimborsare le schedine dal tabacchino...