Precari, Barletta (FeLSA CISL) e Cimino (NiDIL CGIL): “Il futuro per i lavoratori calabresi resta fortemente a rischio”

"Inesorabile, come in ogni fine legislatura regionale, è partito il conto alla rovescia per il precariato calabrese. Un conto alla rovescia che sulla base di quelle che saranno le scelte operate dall'Assessorato al Lavoro Regionale, allo scadere, potrà causare due effetti: o l'avvio verso un futuro basato sulla certezza di un contratto di lavoro subordinato, per qualcuno a tempo indeterminato per altri a tempo determinato, ma certamente un futuro più garantito, oppure un lungo periodo di limbo Si dia risposta alle proposte sindacali avanzate al Dipartimento Lavoro il 3 ottobre u.s. e ribadite in audizione in Terza Commissione consiliare a Reggio il 10 ottobre u.s. alla presenza dell'Assessore Angela Robbe. Non è possibile tergiversare, rinviare ulteriormente visto il triste consumarsi di un iter, che se non vedrà seguire alle parole atti amministrativi e legislativi, lascerà circa 800 lavoratori nell'alveo della precarietà fino a dicembre 2020 (leggasi lavoratori di cui alla Legge regionale 15/2008). Ancora più articolata e complessa la situazione di altri precari istituzionalizzati orbitanti all'interno della Regione, e per i quali andranno rispettate le priorità nelle procedure di stabilizzazione tracciate dalla Legge Regionale 1/2014. Urgono risposte certe fin troppo sollecitate per coloro che versano in attesa di qualche bando, che per la verità, stranamente, sembra già abbondantemente noto ad una ristretta cerchia diciamo così di conoscenti, e per gli altri in attesa di un ulteriore bando la cui mancata pubblicazione rischia di screditare ulteriormente, anche a livello nazionale, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio storico-culturale Calabrese. Il già menzionato conto alla rovescia altrimenti rappresenterà una incognita verso una ripresa delle attività fondata sul nulla. Si faccia chiarezza, su prerogative e responsabilità nazionali o regionali, rimanere nel limbo dell'attesa non è più sopportabile specie per coloro che sono privi di alcun sostentamento. Nondimeno, per gli altri, tanti altri precari, in attesa di soluzione, già definite o meno, al di là di annunciati convocandi o convocati tavoli, e per i quali prima ancora della discussione si registra quale risultato un mettere le mani avanti oppure, nella migliore delle ipotesi rinvii o scaricabarile. Nulla, sempre e comunque. Eppure non tutto è perduto. Si è ancora in tempo ma a condizione che l'assessorato al lavoro regionale, che pure può contare su una struttura dipartimentale efficace ed attiva, e la Regione decidano di lavorare seriamente per la soluzione dei problemi noti, evidenziati e sollecitati.

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"FeLSA CISL e NiDIL CGIL Calabria hanno in più occasioni manifestato la viva e ferma volontà di favorire i percorsi di stabilizzazione, mettendo in campo idee e proposte concrete che operano nel perimetro normativo di riferimento e delle coperture finanziare peraltro storicizzate, per sostenere quelle attività utili affinché, bacino per bacino, si possano rapidamente trovare soluzioni a vantaggio di quella fetta di popolazione Calabrese che vive in condizione di grande sofferenza l'approccio verso un futuro fatto di incertezze. Le proposte sindacali unitarie sono ben note e formalizzate in tutti i tavoli istituzionali. Occorre adesso lavorare, seriamente e ventre a terra vista l'imminente fine legislatura, sapendo che non tollereremo rinvii, scuse né stratagemmi frutto di fantomatiche "intese pseudo-sindacali" che metteranno a rischio il futuro di migliaia di madri e padri di famiglia anche perché non esiteremo un attimo ad avviare una forte azione di protesta e mobilitazione di tutti i bacini di precariato regionale. Consapevoli che esiste un problema ancora più ampio, e che riguarda nuove e vecchie generazioni, portato alla ribalta dai recenti dati che pongono la la Calabria nelle primissime posizioni in Italia per percentuale di "neet" (soggetti che non lavorano ne studiano) dati che indicano che, in assenza di misure strutturali, nel breve termine, Si assisterà alla desertificazione occupazionale ed allo spopolamento della regione. Serve un piano straordinario per il lavoro che coniughi e metta in sinergia risorse regionali, nazionali e comunitarie, alcune già disponibili e non utilizzate, con le opportunità della Green economy, dello sviluppo eco sostenibile, delle start-up, delle produzioni bio agricole, della tutela idro-geologica del territorio dalla montagna alle coste, delle bonifiche e del risanamento ambientale, della rigenerazione urbana, della messa in rete dell'offerta turistica anche delle aree interne, partendo anche dal rilancio e della riqualificazione della P.A. che le fuoriuscite derivanti dalla "quota 100" hanno ridotto all'osso in termini numerici ma che è comunque chiamata a garantire servizi essenziali. Si usino risorse ed opportunità per creare le condizioni per lavoro vero, stabile e tutelato. La stagione dei tirocini, che mascherano in realtà lavoro nero e precarietà, deve finire, così come dopo un ventennio va garantita la stabilità lavoratori agli ex Lsu Lpu calabresi. Siamo ancora in tempo! Si può e si deve fare!". E' quanto si legge in una nota congiunta dei segretari regionali Antonio Cimino (NiDIL CGIL) e Carlo Barletta (FeLSA CISL).